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La maledizione del Ticino

Lo studio di un circuito di “Formula E” a Lugano poteva essere l’occasione per migliorare le strade e magari accelerare dei lavori necessari a risolvere certi problemi di traffico. Invece, fra le tante possibilità a disposizione, la prima idea che è venuta in mente è stata quella di sconquassare e abbattere gli alberi di viale Cattaneo.  Qualcosa di bello e qualcosa di brutto.

Anche a Massagno lo stesso. Le autorità mettevano come condizione per la copertura della trincea la costruzione di una nuova strada di transito. La maledizione del Ticino, basta guardarsi attorno! Tutte le volte che si può fare qualcosa di utile, immancabilmente si deve anche distruggere qualcosa di prezioso.

A Massagno abbiamo proposto una nuova logica: fare qualcosa di utile, bello e meno costoso. Miracolo! Le autorità assicurano ora di volere coprire la trincea costruendovi sopra un parco pubblico. Il Consiglio comunale di Massagno ha anche recentemente approvato l’introduzione della tassa sul sacco. Dall’anno prossimo avremo un sistema più ecologico e che farà spendere meno.

Per il collegamento autostradale verso Locarno, dopo decenni d’insistenza, si è finalmente abbandonata l’idea di fare passare le ruspe in mezzo al Piano di Magadino. Il problema adesso sono i soldi. Il Consiglio di Stato però, invece di riflettere meglio dove si investe, continua a insistere per fare spendere oltre 700 milioni per il Piano d’agglomerato del Luganese (PAL2). Una serie di progetti concepiti negli anni ottanta, costosissimi, negativi per l’ambiente e che impedirebbero di avere un sistema di mobilità migliore.

Il Dipartimento del Territorio è sordo a qualsiasi proposta di miglioramento. Non ha neppure dato ascolto alle osservazioni della Confederazione, che si è rifiutata di concedere i sussidi. Per difendere questo insensato progetto il Consiglio di Stato si è addirittura messo di traverso alla domanda di referendum di oltre 3000 cittadini di Lugano e si prepara a precettare i comuni contrari.

A Massagno l’atteggiamento di chiusura delle autorità è stato comunque sfruttato positivamente. La fase di stallo giuridico è diventata l’occasione per fare proposte e studi che hanno poi permesso di individuare delle soluzioni migliori, poi riprese dalle autorità. Anche sulla mobilità del Luganese si è sviluppato un ampio dibattito. Sono così emerse molte soluzioni interessanti e che prendono già in considerazione il nuovo contesto creato da Alptransit. Quando maturerà la decisione politica di lasciarci alle spalle il PAL2, i pianificatori si troveranno gran parte del lavoro già fatto.

Nell’ambito di RailValley, anche se non è il nostro tema abituale, stiamo approfondendo delle ipotesi molto innovative per il collegamento autostradale in galleria verso Locarno.  Se risultassero fattibili, si potrebbero ridurre sensibilmente i costi e i tempi di realizzazione.

Domenico Zucchetti