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AlpTransit ed il rischio di una cattedrale nel deserto?

Per il raggiungimento dell'obiettivo dell'articolo sulla protezione delle Alpi di limitare a 650'000 all'anno il numero degli autocarri in transito sulle Alpi svizzere sono previste spese infrastrutturali miliardarie. Tra il completamento di AlpTransit tra Biasca e Camorino ed il proseguimento a sud di Lugano, l'adeguamento ai semirimorchi di 4m del profilo delle gallerie e la costruzione di vari terminali, arriviamo ad una spesa di ca. 10 miliardi.

Nell'ambito del trasporto combinato di merci si calcola che il trasferimento su rotaia è redditizio a partire da 500km. Secondo una statistica dell'International Road Transport Union (IRU) il volume dei trasporti merci stradali oltre i 500 km è del 3.3%. Mi vengono spontanee delle domande: se completiamo per 10 miliardi AlpTransit per trasferire un potenziale di mercato del 3.3% del trasporto merci stradale, sarà davvero un successo? Che cosa succede con il 96.7% restante?

L'apertura della galleria di base del Lötschberg dovrebbe darci un insegnamento: mentre il traffico di passeggeri è quasi raddoppiato, l'incremento del trasporto merci è stato quasi inesistente. Altra domanda: se spendiamo unilateralmente in infrastrutture senza promuovere il trasferimento su distanze inferiori a 500 km, non rischiamo che tutte queste opere rimangono delle cattedrali nel deserto?

Da parte degli operatori sono auspicati strumenti di promovimento dell'innovazione tecnologica per migliorare la concorrenzialità della rotaia per rapporto al trasporto stradale. Il Consiglio federale lo ritiene anche necessario, ma nello stesso tempo teme che se lo Stato favorisce innovazioni concrete, esista un rischio di investimenti sbagliati. Qui mi vengono altre riflessioni: che garanzia di successo ha lo Stato se spendiamo 10 miliardi per AlpTransit senza promuovere l'innovazione? Se si investisse solo 1% della spesa prevista per le infrastrutture, cioè 100 milioni, nella promozione dell'innovazione tecnologica ferroviaria, sarebbero davvero investimenti sbagliati?

Secondo me sono tre i motivi per cui il Ticino in particolare dovrebbe avere un grande interesse nel promuovere le tecnologie ferroviarie di nuova generazione:

1. Il Ticino soffre particolarmente per il mancato raggiungimento dell'obiettivo del trasferimento, che si manifesta con gli ingorghi stradali ed i noti problemi di salute, soprattutto nel Mendrisiotto.

2. La questione delle Officine di Bellinzona non è ancora risolta. Con la creazione del centro di competenze, concentrandosi sulle medie e corte distanze nel trasporto merci costruendo dei convogli TILO-Cargo, si potrebbero creare centinaia di posti di lavoro invece di andare verso un declino programmato delle Officine.

3. La Galleria del S. Gottardo verrà chiusa per lavori di ristrutturazione per almeno 140 giorni, indipendentemente se il raddoppio verrà realizzato o no, perché si dovrà intervenire per manutenzioni urgenti entro 10 anni. Per mitigare l'effetto di questa chiusura sulla nostra economia urge almeno trasferire il più possibile dei trasporti merce, soprattutto quelli interni alla Svizzera d'importazione ed esportazione.

Puntando su queste tecnologie in Ticino si potrebbe realizzare una situazione win-win-win: creazione di un tessuto industriale costruendo tecnologie ferroviarie ad alto livello, dare un contributo cospicuo al raggiungimento dell'articolo della protezione delle Alpi, ridurre gli effetti economici negativi durante la chiusura del S. Gottardo ed avere una garanzia che AlpTransit non rimanga una cattedrale nel deserto.

Faccio un appello ai nostri rappresentanti politici a Berna di non sprecare questa opportunità. StadlerRail, che fornisce in tutto il mondo convogli simili alla TILO per il trasporto passeggeri, in 25 anni ha creato almeno 3'000 posti di lavoro. Creiamoli in Ticino per la TILO-Cargo, prima che qualcun altro ci preceda.

Stefan Krebser